Grzegorz Osipowicz, Andrzej Bokiniec, Krzysztof Kurzyk, Daniel Makowiecki, Dorota Bienias, Tomasz Górzyński, Michał Jankowski, Krystyna Jędrychowska-Dańska, Małgorzata Kępa, Anna Kozłowska, Tomasz Kozłowski, Agnieszka Noryśkiewicz, Tomasz Płoszaj, Laurie J. Reitsema, Beata Stepańczak Krzysztof Szostek, Piotr Weckwerth, Henryk W. Witas (2019) "The Late Neolithic sepulchral and ritual place of site 14 in Kowal (Kuyavia, Central Poland)". ''Praehistorische Zeitschrift'', volume 89, issue 2 {{doi|10.1515/pz-2014-0018}} Marisa Uberti "[http://www.duepassinelmistero.com/Tavenigmatiche2.htm Le tavolette enigmatiche:un aggiornamento]" ("The Enigmatic Tablets: An Update"). Page at website ''[http://www.duepassinelmistero.com/ Due Passi Nel Mistero]''. Accessed on 2025-03-29.,/erf> La prima notizia di una Tavoletta Enigmatica si ebbe nel 1895, quando O. Montelius pubblicò la notizia di un esemplare rinvenuto in una palafitta nel sito archeologico di Polada; a questo reperto lo studioso -non sapendo che altro nome affibiargli- pose il nome di 'pane oblungo di terracotta'. Nel 1908, lo studioso francese R. Munro, pubblicò un lavoro sugli insediamenti lacustri europei, in cui incluse altri tre esemplari simili, definendoli 'focacce/biscotti di terracotta" ornate da piccola serie di depressioni circolari disposte in linee. Questi quattro elementi che venivano proposti al pubblico facevano parte della collezione Rambotti e attualmente sono esposti al Museo Pigorini di Roma. Da allora, di strada se n'è fatta molta. Nel 1955, Morton li interpetò come presunti strumenti di calcolo (detti Kerholz). Nel 1956, anche lo studioso Zorzi avanzò l'opinione che si trattasse di strumenti contabili ma per numerazioni a carattere più duraturo, cioè come veri e propri documenti (patrimoniali, etc.). Cornaggia-Castiglioni -in quell'anno- interpetarono i 'talismani' come idoletti antropomorfi, simili a quelli scoperti nei Balcani. Secondo il Cattaneo, potevano essere calendari per uso rituale, forse lunari. Adalberto Piccoli, Alessandro Zanini (2025): "[https://www.aredit.com/public/museocavriana/admin/ Tavolette enigmatiche - Un antico processo di interazione europea]". Online database of 335 tablets with images, find location, and current location, at the website of the Nuseo Archeologico Alto Mantovano, Cavriana (MN). Accessed on 2025-03-29. Maurizio B. Curuz (2024): "[https://stilearte.it/sciolto-il-mistero-delle-antichissime-tavolette-enigmatiche-dellarco-alpino-a-cosa-servivano-rispondono-gli-archeologi/ Sciolto il mistero delle antichissime tavolette enigmatiche dell’arco alpino?]" ("Was the Mystery of the Ancient Enigmatic Tablets of the Alpine Arch Solved?"). Online article on the ''[https://stilearte.it/ Stile Arte]'' website, dated 2024-08-27. Accessed on 2025-03-29. Un esempio emblematico di queste tavolette proviene dal sito archeologico del Lucone di Polpenazze, un insediamento palafitticolo situato sulle rive del Lago di Garda, in Italia, che risale all’età del Bronzo. ... L’ipotesi più accreditata – affermano gli archeologi – è quella di un uso simile alle nostre bolle di accompagnamento per merci particolari come il metallo, dato che la maggior parte dei siti di rinvenimento erano vivaci centri di produzione metallurgica. Marco Tiraboschi (2023): "[https://www.bresciaoggi.it/spazio-lettori/lettere/tavolette-enigmatiche-brescia-insolita-1.9824400 Alla scoperta delle tavolette enigmatiche, ancora mute e senza interpreti]". Online article on the site ''[https://www.bresciaoggi.it/ Bresciaoggi Lettere]'', dated 2023-01-08. Accessed on 2025-03-29. La storia delle tavolette enigmatiche per noi, umanità moderna, comincia nel 1872, quando in una donazione fatta al museo Correr di Venezia da parte di un nobile collezionista ungherese ... con una particolare concentrazione di reperti nel territorio bresciano, soprattutto nei siti palafitticoli del lago Lucone, di Desenzano del Garda e Lonato del Garda. ... Inizialmente [...] erano considerati degli idoletti da viaggio, una specie di Santini che ancora oggi occupano un posto di rispetto sul cruscotto di ogni pensionato... sono quasi sempre stati rinvenuti in contesti di abitato e non di sepolture o recinti sacri ... Inoltre la maggior parte dei siti di rinvenimento erano vivaci centri di produzione metallurgica, ... Da qui le teorie più interessanti, ma anche bizzarre sono state formulate: le più accreditate vedono le tavolette come uno dei primi tentativi di scrittura, o, non esistendo ancora il denaro, come di nota di credito/debito, oppure come «carta d’identità» identificativa del proprio clan e luogo di origine. Una delle teorie più originali sostiene che siano invece delle mappe stellari con indicate costellazioni e fasi lunari o perché no, rotte per viaggi spaziali. Adalberto Piccoli, Renato Laffranchini (2004): ''ENIGMA - un antico processo di interazione europea: Le Tavolette enigmatiche'' (''ENIGMA - An Ancient Process of European Interation: The Enigmatic Tablets''). In Italian and English, 167 pages. {{isbn|88-86210-79-5}} Maurizio Battisti (2023): "[https://www.youtube.com/watch?v=C6R9AA3rK54 Il misterioso caso della tavoletta enigmatica]" ("The Mysterious Case of the Enigmatic Tablet"). On the tablet found at Dorso Alto di Borgo Sacco, Rovereto (TN). Video by the [https://www.fondazionemcr.it/ Museo Civico di Rovereto] Uploaded 2023-05-20, acessed on 2025-03-29. The site lies on the bank of the Adige River, and accross it was the settlement of Castel Pradaglio Stefania Carafa (2014): "[https://www.ccsp.it/web/INFOCCSP/bcsp/bcsp37-38.pdf#page=179 Le tavolette enigmatiche: un mistero ancora irrisolto]" ("The Enigmatic Tablets: A Mystery Still Unsolved"). ''Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici'' Brescia (IT), volume 37/38, pages 179-191. {{issn|0577-2168}} I segni sono stati codificati (Piccoli, Zanini 1999) in 10 tipi base: segni puntiformi, coppelle circolari semplici, coppelle con croce iscritta, triangoli, quadrati, rettangoli, scanalature, segni a croce di S. Andrea, a croce latina, a bracci angolati, più alcuni segni particolari che compaiono come casi isolati. Ogni segno base presenta poi un’ulteriore suddivisione nelle sue varianti. Provengono principalmente da contesti di abitato, ad eccezione di alcuni esemplari rinvenuti nella necropoli a cremazione di Ostrovul Mare-Bivolarii in Romania (Sandor Chicideanu 2002) ed uno dalla necropoli austriaca di Franzhausen (Neugebauer, Neugebauer 1997), che è anche l’unica tavoletta proveniente direttamente da una sepoltura. la maggior parte si presenta inoltre spezzata o frammentaria 4 La prima notizia di una tavoletta risale invece al 1872, quando il barone Jenö Nyári, magnate ungherese e ciambellano dell’imperatore d’Austria e Ungheria donò al Museo Correr di Venezia parte della sua collezione di antichità ungheresi tra cui reperti dell’Antica età del Bronzo dal sito slovacco di Magyárad , oggi Mad’arovce, che all’epoca faceva parte del regno ungherese (Gilli 2011). Il primo autore a menzionare una tavoletta è P. Castelfranco (1882), il quale, descrivendo il materiale rinvenuto nella terramara di Bellanda, oggi irreperibile, cita uno di tali oggetti descrivendolo come “ciottolo inciso a nove linee” Successivamente Oscar Montelius (1895), nell’illustrare i materiali provenienti dalla palafitta di Polada, inserì una tavoletta chiamandola semplicemente “pain oblong de terre cuite”. Allo stesso modo R. Munro (1908), documentando lo stesso sito, pubblicò altre due tavolette definendole “gateâux en terre cuite”. M. Wosinsky (1904) presenta la tavoletta dalla stazione rumena di Orşova, come “cilindretto fittile”. Negli anni ‘50 O. Cornaggia Castiglioni (1957) pubblica un esauriente lavoro sull’origine e la distribuzione delle pintaderas euroasiatiche, includendo nella sua trattazione anche le tavolette fino ad allora conosciute, denominate “idoletti”. In una successiva pubblicazione l’autore userà poi il termine “talismani a tavoletta”5 per definire questa classe di oggetti (Cornaggia Castiglioni 1976). Anche D. Berciu (1953), dell’Università di Bucarest, propende per la spiegazione cultuale e definisce “idoli” le tavolette scoperte in Romania. In una serie di pubblicazioni P. Simoni (1966; 1967; 1974a; 1974b; 1980; 1986) illustra i ritrovamenti dal sito palafitticolo del Lucone di Polpenazze ed è il primo a coniare il termine di “tavolette enigmatiche” Oggi, alla luce del corpus di datazioni dendrocronologiche che è stato possibile ottenere, si è potuto constatare come tavolette enigmatiche italiane siano le più antiche (Köninger 1998), ... In Italia le tavolette sono attestate dal BA IB sino al BM IIB, mentre nel gruppo carpatico il fenomeno sembra circoscritto alle fasi A2 e B1 della cronologia transalpina e la maggior parte dei reperti può essere riferita alla fase classica della cultura di Mad’arovce-Věteřov appartenente alla fase A2b. In termini di cronologia assoluta la cultura di Polada si situa nel Bronzo antico IA tra 2077-1990 BC e corrisponde ai livelli Lavagnone 2, e nel BA IB-II corrispondente ai livelli Lavagnone 3 e Lavagnone 4 tra 1990 e 1600 BC (De Marinis, 1999). Il Bronzo medio I-IIB si situa tra 1600 BC e 1300 BC (De Marinis, 1999). A. Mira Bonomi (1975) che vi riconosce degli stampi da fusione per piccole filigrane ornamentali. Adalberto Piccoli, Alessandro Zanini (1999) Adalberto Piccoli, Alessandro Zanini (2005) Adalberto Piccoli, Alessandro Zanini (2011) [https://www.ladinia.it/it/informazioni/400/ladinia/tavolette-enigmatiche-di-sotciastel Da visitare - Le tavolette enigmatiche di Sotciastel] Il Museum Ladin a San Martino in Badia ne detiene quattro, tutte trovate nel sito archeologico di Sotciastel Sotciastel a Badia. Jean Graziani (2009): "Étude des objets céramiques, lithiques et métallurgiques préhistoriques et protohistoriques provenant des collections de la commune de Ville di Parasu (Haute-Corse)", ("Study of historical and protohistorical ceramic, lithic, and metallurgic artifacts originating from collections in the municipality of Ville di Parasu (Upper Corsica)"). Master II Memoir, University of Corsica, 191 pages. Jean Graziani, Florence Lorenzi (2010): "[ Deux « tavolette enigmatiche » découvertes dans la vallée de Reginu (Haute-Corse)]" ("Two enigmatic tablets found in the Reginu Valley (Upper Corsica)"). ''Bulletin de la Société préhistorique française'', volume 107, issue 2, pages 385-387. {{doi|10.3406/bspf.2010.13936}} Two tablets in stone have been found in northern Corsica. "deux petits fragments en pierre étranges (Graziani 2009). Ces fragments, dont l’origine géologique n’est pas locale, provenaient de ramassages effectués au Monte Ortu (commune d’Ochjatana) pour l’une et A Mutula (commune de Ville di Parasu) pour l’autre. ... " "Tavoletta 1, Mutula (Ville di Parasu) : artefact très soigné en pierre dure brun clair, de forme oblongue. L’avers, planoconvexe à très faible courbure, a les bords sensiblement parallèles, le côté correspondant vraisem- blablement à la largeur est courbe. La face planoconvexe porte 2 incisions parallèles bien marquées espacées d’1 cm environ ; au milieu de chacune d’entre elles se trouve une incision cylindrique d’une profondeur de 1 mm, d’un diamètre légèrement supérieur à 1 mm. Au centre de chacune de ces incisions il y a un petit cercle en relief d’environ 0,5 mm de diamètre. Si l’on consi- dère de manière arbitraire le côté courbe comme le haut de la tavoletta, la ligne incisée supérieure est simple à la gauche du cercle mais double à sa droite, les deux incisions de droite sont légèrement divergentes. La ligne inférieure ne peut être décrite avec précision du fait de la cassure. À gauche du cercle se trouve une ligne incisée unique, à droite au moins une ligne, mais on ne peut exclure une ligne double du fait de la fragmentation sur la ligne même. Les deux lignes incisées se prolongent sur les flancs de la tavoletta. La surface de l’objet, et plus particulièrement de l’avers, est polie, douce et soyeuse au toucher. Le revers est éclaté sans que l’on puisse savoir si cela est dû à une action volontaire. La cassure, ancienne, sem- ble avoir subi l’action du feu qui pourrait être la cause de cette dégradation. Cette cassure ne nous permet pas de savoir si cette face était ornée de signes particuliers ou si la tavoletta ne comportait de signes et incisions que sur une seule face. Ce qui reste de la surface de la tavoletta sur les flancs et au haut du revers nous permet deconstater une dissymétrie dans l’épaisseur et un traitement particulier de la surface qui se divise en une succession de pans coupés formant des facettes. • " "Tavoletta 2, Monte Ortu (Ochjatana) : fragment mésial à section rectangulaire en pierre verte très sombre (serpentinite ?). Sa longueur maximale est de 37 mm environ, sa largeur de 52 mm et son épaisseur maximale de 15 mm. C’est un artefact au dessin complexe et à la surface irrégulière très usée dont l’usure peut masquer certains décors originels ; trois côtés sont fragmentés, le revers est très détérioré. Les deux faces sont ornées de motifs incisés très complexes qui sont encore en cours d’étude, la description ne peut pour l’instant être établie de manière définitive car les signes sont très nombreux et variés, leur gravure étant plus ou moins profonde : certains sont très effacés et peu lisibles, d’autres semblent avoir fait l’objet de suppression par grattage ou pique- tage. De plus, ces signes ne sont pas toujours aisément différenciables des traces accidentelles. La description qui suit et l’illustration ne sont donc qu’un état incomplet en attendant une description plus aboutie pour le congrès international consacré aux tavolette enigmatiche à Ca- vriana en septembre 2010. L’avers comporte de haut en bas deux lignes incisées à peu près parallèles écartées de 6 mm environ, portant cha- cune un point particulier, cercle inscrit dans un cercle, du même type que ceux de la tavoletta de Mutula (type C3 chez Piccoli et Zanini, 1996). On ne peut les situer qu’en prenant pour repère le bord droit de la tavoletta. Le pre- mier point sur la ligne supérieure est éloigné de 19 mm de ce bord ; à droite de celui-ci il y a un trait incisé de 2 mm vertical, à 4 cm du bord, 2 points très rapprochés sont comme posés sur la ligne. Sur la ligne inférieure, le deuxième point est éloigné de 31 mm du bord droit ; il est souligné par 3 traits verticaux incisés, celui du milieu, le plus long, mesure environ 2 mm, les deux autres, très courts, sont égaux. Plusieurs marques triangulaires sont visibles sur ou sous cette ligne. Dans la bande centrale, sous ces deux lignes, sont représentés deux motifs incisés de trois cercles concentriques. Celui de gauche a un dia- mètre maximal de 11,5 mm ; fragmenté, il n’en subsiste que la partie haute à 37 mm du bord droit. Celui de droite est plus allongé ; il présente trois sillons profonds créant trois anneaux en relief, graduellement concentriques. Son ouverture semble avoir été alésée en un léger cratère qui porte 3 à 5 traits rayonnants vers l’extérieur. Sous ce motif subsiste un tronçon de ligne incisée sur une longueur de 24 mm qui correspond à la cassure de la tavoletta. Les lignes incisées sont approximativement parallèles. Le revers, fortement dégradé et usé, porte les traces plus ou moins lisibles de cinq lignes incisées, elles aussi approximativement parallèles, qui ne sont pas dans la continuité des lignes de l’avers. Les deux lignes supé- rieures sont fortement émoussées et ne subsistent que par une fine empreinte. La ligne suivante, fortement incisée, porte un point de type « C3 » d’un diamètre de 5 mm et d’une profondeur maximale dans l’incision d’environ 1,5 mm. Il est entouré d’un bourrelet circulaire en relief très usé, traversé par la ligne incisée, faisant penser à celui visible sur la tavoletta n° 1 de la Banda di Cavriana : l’ouverture de ce point Bulletin de la Société préhistorique française 387 s’élargit en un cratère évasé portant de courtes incisions peu profondes. Au milieu de la tavoletta, une dépression semble indiquer la suppression d’un motif sur la ligne incisée. Une dépression similaire mais moins importante est visible à droite au-dessus de cette ligne. Au-dessous, ne subsistent plus qu’une ligne incisée courte et très usée se prolongeant sur la tranche et une autre ligne qui n’est pratiquement plus visible que sur la tranche de la tavoletta." The marks are said to be incised, but the regularity suggests that a specialized shaped drill bas used. Tablet 1 has (A) two large circular depresseions, possibly identical, each with two sharp circles and a central pit; plus (B) a medium-size circular depression with a single shart circle ad central pit; plus (C) one small circular depression on front side with a sharp circle and tiny central pit. Plus (D) a square arrangement of four small pits. Tablet 2 has two marks very similar to (C). Laboratoire Régional d'Archéologie-Ajaccio (2023): "[salihttps://sketchfab.com/3d-models/saliere-de-murtoli-cold-forging-die-59f7d7a1655d4da792e0db03fa8386a5 Salière de Murtoli / Cold forging die]". 3D model at [https://sketchfab.com/ Sketchfab.com] site. Accessed on 2025-03-30. "Bronze Age cold forging die discovered in Corsica. Use matcap plus surface to see details. Chronologie : âge du Bronze moyen 1800 à 1200 avant notre ère. Middle Bronze Age 1800 to 1200 BC ... Lra Laboratoire Régional d'Archéologie-Ajaccio" Model of a third incised stone tablet foun in Corsica, at Salière de Murtoli. Called "cold forging die" but that seems unlikely. Maybe they meant repoussée? Maybe casting mold for rosette ornamentations? Has large deep sculpted depressions on all four faces that look like negatives of decorative elements. One of them is just sketched by light scratches. On another spot, a jumble of scratches may be an aborted attempt to sketch another one. Maurizio Battisti (2014): "[http://www.museocivico.rovereto.tn.it/UploadDocs/12324_art01_battisti.pdf Le tavolette enigmatiche della Vallagarina (Rovereto, TN) nel contesto europeo]". ("The enigmatic tablets of the Vallagarina (Rovereto, TN) in the European context"). ''Annali del Museo Civico di Rovereto'', volume 30, pages 3-26. "risale al 1956 il primo tentativo di inquadrare in modo sistematico il problema. È Francesco Zorzi che comincia ad esaminare tutti i reperti noti fino a quel momento definendoli “oggetti fittili enigmatici” ... inquadrabile cronologicamente fra il 2100 e il 1400 a.C. ... non interessa in realtà tutta l’Europa, ma solo la zona centro-orientale: Italia, Croazia, Serbia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia e Romania. Per quanto riguarda l’Italia sono diffuse soprattutto a settentrione ed in particolare nella zona interessata dai numerosi abitati palafitticoli dell’area gardesana (Fig. 1), epicentro della cultura di Polada, che ha caratterizzato l’inizio dell’età del Bronzo (Bronzo antico: 2300-1600 a.C.). Dal Trentino Alto Adige provengono in totale 25 tavolette (Fig. 2). In provincia di Bolzano sono noti 8 esemplari (5) rinvenuti in insediamenti d’altura quasi sempre fortificati: 4 da Sotc´iastel in Val Badia (6), 3 dalla conca di Bressa- ... ma si potrebbe, a mio avviso, arrivare a paragonare i manufatti europei ad una forma un po’ più evoluta e più vicina, anche se non così dettagliata ed elaborata, a quella delle prime tavolette numeriche sviluppate nella Mesopotamia meridionale negli ultimi secoli del IV millennio a.C. che, da semplici pittogrammi (13), si evolveranno in seguito nella vera e propria scrittura cuneiforme ... Se si sovrappone la mappa di diffusione delle T.E. a quella della presenza di cave estrattive di rame e stagno viene spontaneo il pensiero che le due cose fossero inevitabilmente connesse (Fig. 3). Le tavolette si trovano infatti in particolari concentrazioni, a valle delle maggiori zone estrattive e a non molta distanza dalle rotte fluviali principali. "Fig 4. Rielaborazione grafica della divisione in gruppi tipologici proposta in CARAFA 2014 e CARAFA 2013." "Tavoletta 1: tre segni circolari isolati disposti rispettivamente su tre righe parallele diverse (20) i segni, perfettamente identici fra loro per dimensioni, proporzioni e profondità, sono costituiti da un profondo punto impresso a sezione conica inscritto in una depressione circolare più ampia." "Tavoletta 2: L’altra tavoletta che si presenta in questo contributo è un recente ritrovamento superficiale che proviene dal sito del Colombo di Mori, scoperto e scavato da Paolo Orsi nel 1881 (26). Nonostante il sito sia famoso come luogo di culto e di sepoltura ... tutto il pendio esterno, a ridosso della parete rocciosa è caratterizzato dalla presenza di una stratigrafia e di resti di cultura materiale compatibili con un insediamento. ... La tavoletta, in realtà frammentaria, ha forma ellissoidale, leggermente convessa sulla faccia con le impressioni e leggermente concava sul retro. Sul frammento conservato si possono notare due sottili righe con una successione di punti impressi (Fig. 9). Sulla prima riga ne compaiono 4, sulla seconda, purtroppo mal conservata perché il manufatto si è spezzato esattamente lungo questa solcatura, se ne contano 3 certi più altri 2 solo ipotetici (tratteggiati nel disegno) perché il margine della frattura appare in questo punto leggermente abraso" "Le otto tavolette altoatesine più quella rinvenuta a Matrei am Brenner, in territorio austriaco, sembrano infatti collegare con una linea immaginaria i rinvenimenti dell’area benacense con quelli dell’area danubiana" "Indipendentemente dalla loro funzione si può notare che per molte tipologie esiste una zona d’origine, dove il tipo è numericamente più attestato, e una zona di diffusione, che di solito segue traiettorie dettate dalle vie fluviali e dai passi. ... Fatta questa premessa si nota subito che la maggior parte di questi gruppi tipologici hanno uno scarso successo fuori dai limiti culturali d’origine. L’unico raggruppamento che sembra avere una notevole e capillare diffusione è quello caratterizzato da un singolo segno a cerchio o coppella, con punto centrale decorato o meno con raggi e punti impressi" "fra il 2100 e il 1850 a.C. esiste solo il gruppo 3, tipicamente italico e apparentemente usato solo localmente; B. fra il 1850 e il 1650 a.C. i gruppi italici diventano 2, diffusi prevalentemente nello stesso areale ma con sporadiche attestazioni anche in ambito transalpino (58), dove nascono inoltre altri due gruppi differenti: uno fra la Germania e l’Austria (gruppo 7), l’altro in Slovacchia (gruppo 1). Quest’ultimo conosce subito una grande diffusione verso occidente e verso l’Italia. Alcune tavolette italiche attribuibili al gruppo 1 sembrerebbero in realtà più antiche di quelle slovacche (59). Se ciò dovesse dimostrarsi vero si potrebbe ipotizzare che la cultura slovacca di Mad’Arovce abbia mutuato un tipo originariamente italico per poi adottarlo come unico sistema e diffonderlo capillarmente; C. fra il 1650 e il 1400 a.C. si indebolisce il flusso dalla Slovacchia all’Italia. La cultura Mad’Arovce si rivolge ora infatti ad oriente lungo il Danubio, arrivando fino in Romania. Il panorama italico invece si arricchisce di altri due gruppi (5 e 6) e continua una sporadica diffusione delle stesse in Europa centrale. Arheološkom Muzeju Istre (2024): "[http://www.ami-pula.hr/en/prozor-u-proslost/bronze-age-loaf-of-bread-idols-enigmatic-tablets-or/ Bronze-Age Loaf-of-Bread Idols, Enigmatic Tablets, or ...]". Online article at the [http://www.ami-pula.hr/ Archaeological Museum of Istria] website, undated. Accessed on 2025-03-30. Some tablet samples with origin and current location, plus table of common marks and map. Picture of the tablet with a large "comb" (Nesactium, surface find, south of the Roman entrance to the settlement; submitted to AMI by B. Gulin on 18/7/1984. Inv. no.: P-43999) and one round with handle (from Vrčin, kept at the Battaglia Collection of the Museo di Antropologia dell’Università di Padova).